QUANDO OTTIMIZZARE E METTERE IN SICUREZZA SONO SINONIMI

28/04/20

In questo momento di grande cambiamento ed estrema incertezza, SATO Europe è impegnata a mantenere sempre rifornite le strutture sanitarie, le farmacie, i produttori di alimenti e la catena di vendita al dettaglio con le proprie soluzioni di identificazione automatica ed etichettatura. Allo stesso tempo sta costantemente monitorando lo stock e le proprie forniture per garantire a clienti e partner l'hardware, il software e il supporto tecnico di cui hanno bisogno per operare in maniera efficiente e tenere vivo il proprio business in questo momento di straordinario cambiamento.

Per i suoi primi ottant’anni, che ricorrono proprio in questi giorni, l’azienda ha coniato anche un nuovo slogan “Powered On Site” che enfatizza l'attenzione che SATO mette nell'analizzare i problemi di persona, sul posto, per comprendere appieno la situazione. Un modo di agire il cui valore, alla luce di quello che stiamo vivendo, sembra essere inestimabile. «Come recita il nostro motto, – afferma Carlo Bulizza, local marketing manager SATO Europe - crediamo ancora molto nel valore della formazione, dell'esempio diretto e del contatto umano come metodi migliori per suscitare l'interesse, guadagnarsi la fiducia di un partner e successivamente fornirgli una soluzione studiata su misura, sul campo. Ovviamente ci troviamo in una situazione in cui un approccio diretto non è praticabile ed è qui che entra in scena il vero adattamento: abbiamo dovuto implementare strumenti come webinar, training e videoconferenze usandoli però come se fossimo davvero di fronte ai nostri clienti, come se davvero gli stessimo mostrando le nostre soluzioni e gliele stessimo facendo "toccare". In questo modo riusciamo a dare una continuità al nostro approccio concreto e pratico eliminando tutti i rischi ad esso collegati. Facciamo infatti parte di quei fortunati che hanno potuto sfruttare, o forse sarebbe più corretto dire continuare a sfruttare lo smart working per lavorare, ma allo stesso tempo abbiamo dovuto accelerare un processo di transizione che probabilmente avrebbe richiesto ancora qualche anno».

Questa perfetta organizzazione ha permesso a SATO di rivedere le proprie strategie per adattarsi a ciò che stiamo vivendo, non senza imprevisti: «Purtroppo per noi, - prosegue Bulizza - siamo stati i primi ad essere impattati dal virus in maniera seria, ma proprio per questo siamo stati costretti ad organizzarci per tempo; avendo una produzione distribuita in vari paesi di diversi continenti, siamo riusciti con enorme fatica nel prevedere possibili scenari e fare un forecast al momento abbastanza attendibile. Nonostante la chiusura di alcuni plant (Vietnam) siamo riusciti a fornire uno stock adeguato ai nostri distributori ed avere uno stock europeo disponibile per ogni esigenza. Questo sta permettendo, per esempio, ai nostri partner che lavorano nell'etichettatura industriale nel campo della farmaceutica di supportare i pressanti cicli di produzione e fornire, in Italia come all'estero, macchinari aggiuntivi utilizzando le nostre teste di stampa per soddisfare la richiesta crescente di disinfettanti. Per richieste di estrema urgenza, nuovi reparti ospedalieri e/o riconvertiti, abbiamo richiesto una scorta aggiuntiva di stampanti termiche CG2 e WS2, degli stock di consumabili come i braccialetti sanitari per lunga degenza e una scorta aggiuntiva di braccialetti brevettati che abbiamo fatto venire dalla nostra casa madre in Giappone».

La supply chain di SATO Europe non si interrompe dunque, ma prosegue a pieno ritmo in attesa di un ritorno alla normalità: «Normalità, un termine di difficile definizione, specialmente adesso. Francamente non penso che l'idea di rientro sia sempre qualcosa di positivo, rientrare sottintende un'involuzione, un ritorno, concetti che nell'industria non sono contemplati. Trovo una similitudine tra questa crisi e quello che è successo in Australia a inizio anno; come le loro foreste dopo un incendio rinascono più forti di prima, così faremo anche noi dopo che tutto sarà passato. In particolar modo sto pensando allo smart working. L'industria fino a qualche mese fa riteneva il lavoro a distanza una sorta di eresia; il virus ha spinto tante aziende a sperimentare questo metodo, che, ormai possiamo dirlo, si sta dimostrando alquanto efficace. L'incremento della produttività dei lavoratori in smart working è stato tangibile sia in termini di qualità che di quantità. Se dovessimo davvero rientrare alla normalità sarebbe auspicabile che questo prezioso insegnamento non vada perduto e che, se mai dovessimo trovarci ancora ad affrontare qualcosa di simile, ci serva ad approcciarci al lavoro e alla vita con una maggiore adattabilità».

La resilienza di SATO Europe è vincente anche perché i concetti di Risk management e supply chain risk management non sono nuovi in azienda: «La gestione del rischio, in particolare quello legato ai vari stadi della catena del valore, è uno dei cardini della nostra azienda. SATO – racconta ancora Bulizza - si è sempre impegnata, anche prima che scoppiasse questa pandemia, nel ricercare e sviluppare soluzioni ad hoc che riducessero tutti i fattori di rischio. Si pensi alla stampante WS2, antibatterica e resistente ai solventi, perfetta per gli ospedali e tutti quegli ambienti in cui, come purtroppo abbiamo imparato, contenere dei microrganismi non è sempre facile; si pensi ai nostri braccialetti dotati di RFID, pensati appositamente per monitorare la posizione di un degente ed evitare che possa spostarsi in aree non sicure; si pensi alle nostre soluzioni PJM che permettono di tracciare e monitorare centinaia di sacche di sangue o di campioni di laboratorio; si pensi al software AEP, un ritrovato SATO che rende "intelligenti" le stampanti e permette di operare senza un computer, eliminando così potenziali rischi per la sicurezza informatica. Questi sono solo alcuni esempi di come la mentalità aziendale e lo scopo di SATO siano sempre stati l'ottimizzazione i processi, ed ora più che mai risulta evidente che ottimizzare e mettere in sicurezza sono quasi sinonimi».